giovedì 21 ottobre 2010

Verso lo sciopero generale


Perchè la democrazia, quella vera, inizia soprattutto quando a timbrare il cartellino ad inizio turno sembra meno di una mera costrizione ed invece , quel gesto ripetitivo diventa crescita e dignità. Senza dover avere paura di possedere la tessera sindacale sbagliata come per gli operai ancora in attesa di reintegro in quel di Melfi alla SATA. Senza paura di poter andare oltre le opinioni calcistiche o i casi di cronaca nera, quando si discute con le colleghe ed i colleghi in sala pausa . Ma se dovessimo giudicare dall'accordo-ricatto presentato a Pomigliano , per Marchionne si potrebbe anche fare a meno delle pause.
Siamo costrett* a vivere in un mondo in cui qualcuno si fa chiamare “top manager” proponendo un accordo di produttività (vedi Pomigliano) quando è evidente che la crisi in Europa sia assolutamente stata causata da sovraproduzione . “Nutriamo il lavoro” . Siamo costrett* a vivere in un mondo in cui coloro che ancora sponsorizzano questo sistema manageriale, mettono ormai l'essere umano alla periferia di un paradigma sociale totalmente a favore del profitto. Il meccanismo è semplice: il capitale vuole usare il paravento-crisi per rendere le lavoratrici ed i lavoratori meno protetti e più funzionali ad una produzione sempre più lontana dall'essere umana, per renderl* più ricattabili e serv*.

Proprio le compagne ed i compagni di Pomigliano hanno guidato il corteo della manifestazione di sabato 16 ottobre a Roma organizzata dalla FIOM, bellissima, radicale, con grande senso unitario. Tant* operai/e insieme a studenti , comitati , associazioni, precari/e, femministe, migranti,soggetti lgbtq . Tutt* per rivendicare la necessità di uno sciopero generale . Questa esigenza è stata confermata il 20 ottobre, dopo che è stato approvato il ddl lavoro, in cui è evidente la volontà di demolire i diritti di chi lavora, frutto di tante dolorose lotte .
Ma con lo sciopero si rivendicherà un nuovo modello di sviluppo in cui verrà ridiscussa la centralità dei profitti e la sua ingiusta distribuzione , in cui si metteranno in evidenza le contraddizioni della modernizzazione del “libero mercato” che ci ha reso pover* ed infelici , in cui verrà spazzata via questa precarietà assassina e umiliante ed in cui verrà restituito, alle lavoratrici ed ai lavoratori, quel plus-valore perso in questi anni in termini di stipendio  .
Finalmente verso uno sciopero generale . PERCHE' NOI NON PAGHEREMO LA LORO CRISI.


ph. c0ntr0

RUMORE COLLETTIVO


Nessun commento:

Posta un commento